Nel volgere di pochi giorni abbiamo posto alla vostra attenzione fatti e temi che, a nostro giudizio, non hanno ricevuto finora il dovuto risalto dai cosiddetti organi d’informazione.
Se dovessimo invece contare le pagine che in questi anni hanno riempito la vicenda MPS, siamo convinti che molto difficilmente arriveremmo ad un preciso risultato.
Anzi, ogni qualvolta il nome della più antica istituzione finanziaria della storia fa capolino nell’odierno dibattito politico, lo sguardo dei media si concentra unicamente sui riflessi finanziari o meglio sulle ricadute politiche della ben nota vicenda.
Ma mai che nessuno volga lo sguardo sulle storie umane, sulla strage di diritti del lavoro che hanno toccato da vicino la carne viva di questa fabbrica del credito.
Per questo siamo grati ad Antonio per avere dato voce e forza in questi anni ad una battaglia durissima scatenata unicamente dalla compagine industriale che avrebbe dovuto invece unicamente salvaguardare il destino economico della banca.
L’uso distorto e strumentale di norme giuridiche, come nel caso della cessione di ramo d’azienda, compiute da “lor signori” è stato smascherato solo grazie alla Fisac Cgil del Monte che per questo ha combattuto una lotta solitaria e durissima, a cui la legge, con la sentenza della Corte di Cassazione ha riconosciuto il valore assoluto della coerenza e del rispetto delle norme.
Restano purtroppo, senza responsabilità quanti di loro hanno non solo prodotto un reale danno economico ma rovinato la vita di tanti onesti lavoratori!
E allora come mai la sentenza è rimasta sommersa in un forziere in fondo al mare senza che nessuno ne parli.
Siamo proprio sicuri che il movimento sindacale tutto possa fare a meno di quel tesoro?
A questa domanda ci risponde Mimmo denunciando “Un consociativismo subalterno, l’inarrestabile depauperamento delle rappresentanze aziendali di base, la scomparsa dei luoghi della democrazia, la lontananza crescente dalle lavoratrici e dai lavoratori, il silenzio omissivo sulla loro domanda di tutela, l’assunzione del punto di vista datoriale come assiomatica oggettività, hanno reso il sindacato non più una controparte determinata e agguerrita nella difesa del lavoro, dei lavoratori e dei loro diritti, ma un’ectoplasmatica presenza, quando non un corresponsabile”.
E’ difficile aggiungere altro.
Il nostro blog ci chiama SriReset proprio perché crediamo con tutte le nostre forze che un nuovo modello di sviluppo veramente sostenibile non possa nascere senza un nuovo modello di democrazia economica.
Siamo sempre più convinti che sia arrivato il tempo di una nuova legge di rappresentanza del lavoro come Nicoletta ci ha rappresentato nella sua lucidissima analisi.
Continuiamo quotidianamente ad essere impegnati a proporre idee, e perché no, confronti che sappiano contrastare gli esiti di questo capitalismo contemporaneo e sostenere le sfide Ambientali che il continente europeo ha lanciato a tutto il pianeta.
Per questo ci siamo decisi a rilanciare uno dei nodi in cui è rimasto strangolato il dibattito odierno con la ricetta del vaccino proposta da Nicoletta: una nuova legge di rappresentanza del lavoro.