di Mimmo Moccia
Domenica 23 novembre 1980, ore 19,34, un terremoto di decimo grado della scala Mercalli colpisce l’Irpinia e gran parte della Campania. A Napoli la gente terrorizzata si riversa in strada, invade piazza Municipio e piazza Garibaldi, cerca con divorante angoscia informazioni, si affolla in via dei Fiorentini, sede del partito Comunista e in via Torino sede della CGIL. Le sedi sono aperte, le stanze illuminate, le compagne e i compagni scendono in strada, danno brandelli di comunicazione, cercano di confortare e rassicurare, sono tra la gente, si affannano per sedare il gravissimo allarme.
Alle sei del mattino dal capiente garage della CGIL escono alcuni camion con generi di prima necessità e si dirigono verso l’Irpinia. La mobilitazione è generale, accorrono in massa militanti e dirigenti.
Il 25 novembre il Presidente Pertini che in elicottero ha raggiunto le zone terremotate dichiara alla televisione testualmente :” Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi “.
In pochi giorni CGIL-CISL-UIL inviano 200 camion di generi alimentari, 17 autotreni di abbigliamento, 180 camion di generi vari, 7 camion di materiale da campeggio, 3 camion di farmaci.
Venerdì 19 maggio 2023 apro l’home page del sito della CGIL e mi appare con il dovuto risalto e come prima notizia la sorridente immagine della neo eletta segreteria confederale, davvero un’allegra brigata.
La seconda è il documento unitario per una nuova stagione del lavoro e dei diritti.
Finalmente al terzo posto leggo che Landini offre solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite.
A quando la paterna benedizione?
Quando una mobilitazione per offrire soccorso, impegno civile, collaborazione stringente verso una regione che, tra l’altro è il suo territorio?
Quando una riflessione seria e approfondita sul disastro ecologico, una battaglia senza quartiere verso un governo e un’Europa che in una dimensione puramente onanistica si limitano a contemplare l’esistente e ad offrire protezione al loro sistema industriale?
Quando una dichiarazione chiara e definitivamente impegnativa che la CGIL è accanto ai giovani di Ultima Generazione, che condivide e sostiene le loro lotte, che spende ogni sua risorsa per fare del cambiamento ecologico una priorità assoluta?
Le contestazioni degli studenti attendati di Milano dovrebbero insegnare qualcosa?
Dieci anni fa una ricerca demoscopica rivelò che l’80% dei giovani ignorava cosa fosse la CGIL al punto da sbagliare la risposta al quesito per essere ammessi al corso di laurea in medicina.
Oggi cosa diebbero ?
La risposta brechtianamente non è nella buona sorte.
Il 19 aprile di tre anni fa abbiamo pubblicato su questo blog il nostro manifesto dal titolo “Resettiamo lo SRI – La sostenibilità al tempo del coronavirus”.
Ci è sembrato opportuno riprenderne alcuni stralci, soltanto per constatare come il Data Center del Centro Meteo Europeo di cui parliamo appare oggi ai nostri mezzi d’informazione come un monolite privo d’interesse.
Nonostante questo enorme sforzo la scienza resta ancora ai margini. Della politica prima di tutto. Solo i giovani ecologisti, quelli “tanto amati” dal presidente La Russa ne sanno decifrare il significato.
La nascita del Big Data Technopole dove si concentra il 70% della capacità di calcolo di tutta Italia ha fatto nascere in Emilia-Romagna l’Hub europeo della ricerca e dello sviluppo tecnologico e proprio qui lavorerà il Data Centre del centro meteo europeo e l’agenzia Italiameteo.
A questo progetto hanno partecipato sin da subito le Università di Bologna, di Ferrara, di Modena e Reggio, di Parma, il Cnr, il Cineca, il Cmcc–Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, l’Enea, l’Infn, l’Inaf- Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Ingv, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, lo Ior-Istituto Ortopedico Rizzoli, Lepida- Agenzia regionale per i servizi e le infrastrutture Ict– e Art-Er, la società della Regione che riunisce le precedenti società di sviluppo territoriale (Ervet) e tecnologico (Aster).
E’ nato così il Big Data Technopole, il Centro Meteo Europeo e l’EuroHPC Leonardo
Partendo da una capacità di supercalcolo scientifico, da una storia consolidata, da una presenza universitaria di tale prestigio e da un ecosystem così articolato, nel 2017 Bologna è stata candidata come sede del Centro di calcolo e previsione dell’Agenzia europea per le previsioni metereologiche a medio termine. European Center of medium-range Weather Forecasting – Ecmwf.
Obiettivo di Ecmwf è la generazione di previsioni metereologiche planetarie a medio (15 giorni) e lungo termine (12 mesi), da fornire in modo operativo alle autorità nazionali, che a loro volta le utilizzano per vari fini dall’autorizzazione dei voli di linea alla gestione delle emergenze climatiche. Ecmwf è inoltre la struttura di ricerca sullo sviluppo dei sistemi numerici di previsione meteo e quindi uno dei principali centri al mondo sul cambiamento climatico.
EUROHPC è la rete europea oggi in costruzione con 3 poli Barcelona, Helsinki e Bologna, che dispone del HPC più potente. Bologna diviene l’hub del sistema europeo in particolare rivolto a Sud e a Est.
L’accordo internazionale prevede che il 30 per cento della potenza di calcolo installata sia a disposizione della ricerca dello Stato ospitante il Centro, offrendo così all’Italia una prima straordinaria opportunità per lo sviluppo della propria ricerca, ma anche dello sviluppo di proprie attività operative nel settore delle previsioni climatiche e della mitigazione del cambiamento climatico.
La presenza sul territorio di una tale capacità di ricerca e di previsione può avere un impatto rilevante sullo sviluppo anche di settori definiti tradizionali, oltre ovviamente ai settori applicativi dell’intelligenza artificiale, che proprio nelle previsioni meteo su vasta scala hanno sviluppato al massimo metodi numerici trasferibili poi ai settori produttivi, come le simulazioni di rischio connesse con il cambiamento climatico o più estensivamente la possibilità di simulare condizioni di rischio in realtà virtuale da applicarsi ad ogni situazione di stress.
Ecco perché lo sviluppo di una rete di supercalcolo scientifico da parte della Commissione europea non solo ha come obiettivo di offrire alla comunità scientifica europea strumenti per rimanere competitiva a livello mondiale, ma anche di garantirne l’autonomia e la indipendenza rispetto alle grandi piattaforme private, che stanno sviluppando servizi anche per la ricerca, che potrebbero condizionare in maniera significativa lo sviluppo sociale, economico ed infine democratico dell’Europa stessa.
In altre parole si tratta di compiere un passo epocale riportando la finanza in un ruolo satellitare non più centrale nei modelli evolutivi della nostra storia economica, sociale e culturale.
Solo la scienza e u nuova classe dirigente ci potranno salvare .
Questa foto scattata nella campagna ravennate rappresenta meglio di ogni parola il nostro pensiero di vicinanza verso il popolo romagnolo.