Enikő Győri (nato il 17 luglio 1968) è un politica conservatrice ungherese ed eletta membro del Parlamento europeo con Fidesz-Alleanza Civica Ungherese-Partito Popolare Democratico Cristiano (Ungheria) proprio ieri a postato su X questo post in cui accusa Ilaria Salis di essere una criminale.
Anzi rincarando la dose definisce il Parlamento Europeo antidemocratico poichè nel dibattito previsto in plenaria non sarà data la parola a nessun rappresentante dell’#Ungheria.
In tal modo, conclude la deputata magiara il Parlamento Europeo si schiererebbe contro ai valori dell’UE e la sua difesa del ruolo del diritto in tema di garanzia del giusto procedimento.
Un nostro fratello italiano poco meno di un secolo fa scrivendo alla mamma dalle prigioni fasciste scrisse parole semplici scolpite sulla pietra.
“Carissima mamma – scriveva Antonio nel maggio di quell’anno – non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna siano per darmi. Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione. Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini. Ti abbraccio teneramente. Nino”.
Si chiamava Antonio Gramsci è tuttora è di gran lunga l’intellettuale italiano globale, letto e tradotto nelle università di tutto il mondo.
Nella sua requisitoria Michele Isgrò, il pubblico ministero che nel 1926 chiese venti anni di carcere per Antonio Gramsci e sito aggiunse «Bisogna impedire a questo cervello di funzionare».
Scrive Ilaria il 2 ottobre del 2023: “Oltre alle manette qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette. Anche i piedi sono legati tra loro, intorno alle caviglie mettono due cavigliere di cuoio chiuse con due lucchetti e unite tra di loro da una catena lunga circa 25 cm. Poi mettono una ulteriore manetta legata ad un solo polso a cui è fissato un guinzaglio di cuoio che all’altra estremità è tenuto in mano dall’agente di scorta”.
Quelle brutte immagini di Ilaria che tutti abbiamo visto (tranne qualche ministro italiano s’intende) ora stanno velocemente svanendo. A quella donna hanno rubato i sogni lasciandogli in cambio gli incubi di un passato che ritorna.