Favole antiche
I genitori che popolano questa riserva sono sempre molto pronti e attenti a difendere i propri figlioli. Discutono delle valutazioni, del metodo di insegnamento, del metodo educativo, e finanche dei contenuti specifici di ogni disciplina che sia musica, storia, arte, scienza e tecnica.
A volte però li difendono anche quando violano gli articoli. Non quelli della grammatica italiana oppure quelli del povero Regolamento Scolastico, di cui spesso ignorano l’esistenza, ma quelli ben più importanti del Codice Civile e Penale.
Così capita che, quando alcuni giovani studenti si cimentano nel fantasioso compito di catturare immagini dei propri compagni o di altri abitanti della riserva per pubblicarli sui social network insieme a frasi e commenti ingiuriosi o addirittura inventano falsi profili con i nomi dei loro compagni, ecco che a chiamarli per un colloquio non è il dirigente scolastico ma le forze dell’ordine ovvero i carabinieri e la polizia postale che normalmente indagano su tutti quei reati che questi figlioli hanno commesso.
Ovviamente anche in quel caso il genitore si prodiga in una appassionata difesa del proprio figliolo, dichiarandone tutta la buona fede, e che lui non voleva, non sapeva …” stava a scherzà … so ragazzi… che volemo fa”.
Ma questa volta la loro difesa gli costerà la parcella di qualche avvocato.
E’ in questi casi che mi tornano in mente le favole antiche di mia nonna Candidina.
Erano favole strane perchè non avevano il lieto fine. Cappuccetto Rosso non finiva come me la raccontava la buona maestra, non veniva salvato e resuscitato dal cacciatore, ma semplicemente finiva mangiato e digerito nella pancia del lupo.
Oppure il topino che la commare Gatta invitava a salire su in casa con tante moine e belle promesse, non si salvava come nei cartoni animati di Tom e Jerry, ma finiva nella pentola e anche lui mangiato, con tanta soddisfazione della gatta che si leccava i baffi.
E così la giovane figliola che diceva bugie e maldicenze si ritrovava con una bella coda d’asino che cresceva nella fronte e più la tagliava più le cresceva.
Insomma non c’era verso. Le favole di nonna Candidina erano così e se le chiedevo di cambiare il finale, di salvare il topino o di perdonare la povera ragazza, lei mi rispondeva con un sorriso che non poteva perchè le favole erano state sempre così come quando altri gliele raccontavano.
Nonna Candidina era nata nel 1905, ha visto due guerre mondiali.
Questi genitori e questa generazione hanno visto il Coronavirus e il Coronavirus non è una guerra.