di Antonio Damiani
Sabato 15 marzo si terranno a Roma, alla stessa ora, le 15, due manifestazioni che riguardano l’Europa, il riarmo, la pace.
La prima, più istituzionale, si concentra sulla necessità inderogabile di rilanciare il ruolo dell’Europa, la seconda sul rischio che tale volontà se concentrata su politiche di riarmo, a discapito tra l’altro del welfare, aumenti l’instabilità e prepari la guerra.
A me pare innegabile che se l’Europa non trova una dimensione politica più compiuta accresca enormemente il rischio di trovarsi schiacciata fra il tecnocapitalismo amerikano e l’autocrazia neozarista russa (perdonate il lessico da settantasettino attempato). E che alle condizioni date un rilancio del progetto di sovranità europea non possa prescindere da una politica comune di difesa. Comunque preferibile a quella di 27 staterelli in ordine sparso.
Altrettanto evidente mi pare che partire dal riarmo, a vantaggio degli eserciti dei suddetti staterelli, sia assolutamente sbagliato.
Devo dire che trovo queste scarne considerazioni nella parte maggioritaria dei partecipanti ad entrambe le manifestazioni.
Approfitterò quindi della vicinanza fra le piazze, Piazza del popolo e Piazza Barberini, per fare la spola e per praticare le convergenze ubiquitarie.