Sarà per colpa di un implacabile anti-virus ma non esiste traccia sulla home page del sito Confederazione Generale Italiana del Lavoro dello scioglimento del Parlamento decretato dal Presidente Mattarella.
Al momento siamo immersi in una democrazia liquida e Dio sa se ci aspetta uno stadio ulteriore.
Considerate le temperature e l’assenza di segnale dei mezzi di comunicazione tradizionali (stampa e TV) il ruolo dei social media diverrà sin da subito decisivo.
La partecipazione politica è già da tempo simmetricamente opposta a quella riservata agli eventi musicali, solo per fare un esempio.
E mentre la guerra non sembra aver voglia di andare in vacanza solo il caldo e l’inflazione fungono ancora da implacabili sentinelle dei nostri tristi giorni.
Le notizie come segnali di fumo d’incendi diffusi e senza nome vagheranno tra città deserte ed ombrelloni smarriti senza nessuno abbia voglia, incontrare, capire e confrontarsi.
Meriggiare pallido ed assorto l’elettore incontrerà solo gli occhi del suo cellulare.
Il forte invito che la CISL ha rivolto nelle giornate passate alla responsabilità, all’ unità, alla coesione non pare sia stato raccolto dalle forze politiche.
Proprio per questo pensiamo che dinanzi ad una crisi di governo incomprensibile e per certi versi assurda, destabilizzante nel pieno della tempesta economica, sociale sanitaria per il nostro Paese” dovrebbe essere finalmente pronto un Sindacato finalmente unitario.
Che ne pensano Luigi Sbarra, Pier Luigi Bombardieri e Maurizio Landini?
Altrimenti risulterà inutile l’editoriale dello storico David Broder che sulle pagine virtuali dell’ huffingtonpost analizza la crisi di governo spiegando con rara efficacia il pericolo Meloni.
I lavoratori ed i pensionati, i giovani senza lavoro, gli invisibili di Aboubakar Soumahoro non hanno solo bisogno di risposte subito ma il sacrosanto diritto di porre le loro domande, le sacre urgenze della loro vita per poter finalmente ricomporre i sogni spezzati del loro futuro.
Il Sindacato non ha il diritto di ignorare che dinanzi ad una crisi geopolitica di questa portata, ad una feroce dimostrazione dei cambiamenti climatici ed a un ciclo economico che si annuncia crudele e definitivo di edificare finalmente un UNICO argine, una sola frontiera un vero avamposto della battaglia che verrà.
Noi ci saremo.
La normalità con cui La Stampa e l’informazione in generale sta trattando il probabile ritorno al governo degli zombi Berlusconi Salvini e Meloni è a dir poco macabro. E ancora più disarmante se consideriamo quanto recenti sono state le loro tragiche performance governative e il conseguente disastro economico e culturale che hanno abbrutito la società italiana. Eppure per La Stampa e ahimé anche per altri organismi politici e istituzionali sembrano tre verginelle che si preoccupano del futuro della Nazione e che hanno competenze e capacità per risolvere una crisi economica come quella che stiamo attraversando e che sarà ancora più grave nel prossimo futuro. Eppure basterebbe ripubblicare qualche foto recente che ritrae i nostri tre Zombie con gli amici Putin, con le nipoti di Mubarak, con gli immigrati disperati al largo del mediterraneo, o con i manifesti contro l’Euro. Questi Zombie dovrebbero gestire il Pnrr?