di Guglielmo Pernaselci
In questi giorni uno spot pubblicitario di una nota catena di supermercati ha generato un grande dibattito politico-sociale. La protagonista del filmato pubblicitario è una bambina che tenta di far riconciliare i genitori separati con un ingenua ed inutile bugia. Il fatto che sia inutile si intuisce chiaramente dai volti dei genitori. Tanto è bastato per generare un appassionante dibattito tra Politici e sociologi su quanto ci sia bisogno di una famiglia finalmente “normale” e soprattutto “cosa è” una famiglia “normale”.
A me pare evidente invece che il vero dibattito dovrebbe essere Il motivo la banalità dell’idea e la evidente crisi di creatività che ormai investe anche il settore pubblicitario.
A questo punto vorrei offrire “gratis” una idea per uno spot pubblicitario applicabile a diversi prodotti, alla “Carosello” maniera, quando si offriva una storiella e ci si appiccicava alla fine il prodotto da acquistare. Semplice ed efficace.
Ecco l’idea: otto del mattino esterno giorno davanti ad una scuola della periferia di una grande città. Un bambino piange. Un insegnante che si sta recando a lavoro e si avvicina al bambino per chiedergli il motivo di tanta tristezza… Bulli ..compiti…interrogazioni? Macchè niente di tutto questo. Il bambino con gli occhi pieni di lacrime gli risponde che è molto preoccupato per la sua mamma. A questo punto dettaglio sugli occhi del bimbo e stacco sui pensieri del prof che immagina la mamma in un letto d’ospedale, terapia intensiva, malata terminale. Ma proprio quando il tracciato dell’elettrocardiogramma sta per diventare inesorabilmente piatto e il tragico destino sta per compiersi ecco che il bimbo rivela la verità: la mamma è in crociera … in viaggio di nozze col nuovo compagno e in mezzo all’oceano il cellulare non prende e lui non riesce a comunicare con lei. A questo punto stacco sulla nuova scena con la mamma e il nuovo compagno che ridono e si divertono brindando e ballando su una splendida nave sull’oceano. E il prof che tira un sospiro di sollievo e tira dritto verso la scuola. Fine. La cosa interessante di questa storia è che non è affatto inventata ma è accaduta veramente e ne sono il diretto testimone ovviamente nella parte del prof. Evidentemente la realtà supera l’immaginazione dei creativi pubblicitari. Il mondo è avanti con buona pace di pubblicitari e politicanti da strapazzo che continuano a misurarsi con un mondo che non esiste più da un pezzo e con la loro stanca e melensa rappresentazione televisiva. Del resto i nostri politicanti governanti sono prigionieri di un eterno spot pubblicitario che si chiama “campagna elettorale”. Impegnati a raccontare ingenue bugie e a rappresentare falsi problemi e falsi bisogni, dimenticando quelli veri: mancanza di lavoro, sanità pubblica allo sbando, mancanza di sostegno economico alle famiglie, politiche giovanili, emergenza sociale ed educativa sui territori, lotta vera alla criminalità organizzata ecc.
Dimenticavo… il prodotto da reclamizzare nel prossimo spot pubblicitariio potrebbe essere “Il carrello tricolore” pieno di tanti bei prodotti italiani…a patto che ci siano famiglie in grado di poterli effettivamente acquistare.