Chi di noi non ricorda la campagna di trasparenza contenuta nella busta arancione 2020 con cui l’INPS sta comunicando a milioni di contribuenti, di quanto sarà il loro assegno pensionistico una volta raggiunti i requisiti per il pensionamento.
Eppure la vicenda legata agli avvisi bonari inviati dall’Agenzia delle Entrate sembra invece tingere di giallo il comportamento tenuto dall’INPS sino ad ora.
Qui di seguito, infatti pubblichiamo, a sostegno di quanto scriviamo, la Pec inviata all’INPS con cui un lavoratore del credito chiede conto delle certificazioni uniche inviate dall’ente in questi anni.
Infatti mettendo a confronto i CU ricevuti negli anni 2015, 16 e 17 alcuni si sono accorti che mancava un flag nella voce “rapporti di lavoro” che indicasse la data dell’inizio dell’erogazione dell’assegno erogato dal Fondo Straordinario per il personale del credito istituito a inizio 2000 e gestito proprio da INPS.
Giova ricordare che ilFondo di Sostegno al reddito all’interno del suo regolamento prevede in tema di governance quanto segue:
Art. 3. – (Amministrazione del Fondo)
1. Il Fondo è gestito da un «Comitato amministratore» composto da cinque esperti designati da ABI e cinque esperti designati dalle organizzazioni sindacali .
3. Partecipa alle riunioni del comitato amministratore del Fondo il collegio sindacale dell’INPS, nonché il direttore generale dell’Istituto o un suo delegato, con voto consultivo.
Alla luce di quanto da noi indagato restiamo convinti che tutte le parti in causa ABI, Sindacati, Agenzia delle Entrate ed INPS sappiano trovare un’onorevole via d’uscita in cui sono rimasti impigliati 11.000 lavoratori del credito.