La fucilata pronunciata da Draghi “Non è il momento di prendere soldi ma di darli” ci è parsa sin da subito il miglior titolo per il nostro appello.
Vogliamo oggi ringraziare uno ad uno gli oltre trecento firmatari per aver voluto mostrare quel sacro senso di indignazione che la vicenda del ricalcolo fiscale dell’assegno straordinario impone.
La settimana che si chiude è sintetizzata dal comunicato sindacale di un incontro avvenuto almeno due giorni prima e che rammentiamo era stato preceduto da questa lettera un pò nascosta che riportiamo qui di seguito
Da notare che al suddetto incontro non si ha notizia di quelli che vengono ora definiti testualmente “tutti i soggetti interessati”.
Infatti, dall’attenta lettura dell’ultimo comunicato unitario dell’undici giugno non si ha traccia della presenza né del rappresentanti ABI né tantomeno del DG dell’INPS presenti a vario titolo nella missiva.
Eppure, il Decreto Ministeriale del 28 aprile 2006 n.266 che ha previsto che la costituzione del Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione, della riconversione e riqualificazione professionale presso l’Inps e che nel suo Comitato Amministratore ne facciano parte rappresentanti dei lavoratori, delle banche e dell’Inps con il proprio il collegio sindacale e del proprio con il Direttore Generale con voto consultivo oltre che da cinque esperti designati da ABI.
Strane assenze!
Infine, in relazione alla dichiarazione dell’ Agenzia delle Entrate che non intende procedere ad alcuna iscrizione a ruolo dei noti avvisi bonari vogliamo qui rilevare qualche dubbio sull’efficacia giuridica di questo specifico passaggio della nota sindacale.
Ricordiamo ancora la difformità delle risposte delle direzioni periferiche dell’Ente in relazione alle autotutele invocate dai soggetti interessati e per questo non possiamo fare a meno di notare una “leggera discrasia” che non induce al momento ad una relativa tranquillità di giudizio.
Quindi ora la parola al MEF: il giorno del giudizio è solo…. rimandato.