di Massimo Rossi
Siamo abituati a considerare la figura femminile nel mondo musicale come interprete vocale: gli uomini compongono, suonano e cantano; le donne cantano.
In realtà, soprattutto nella musica classica, ci sono molte donne musiciste: se guardate un’orchestra sinfonica, potrete notare violiniste, violoncelliste, pianiste, e via dicendo; ma molto difficilmente il primo violino è affidato ad una donna.
Tutt’altra storia nel canto: figure di assoluto rilievo sono femminili e non da ora; ed in tutti i generi, dall’opera al jazz, dal rock al pop, al filone cantautorale. Nomi come Maria Callas, Renata Tebaldi, Aretha Franklin, Ella Fitzgerald, Joan Baez, Edith Piaf, e la lista sarebbe infinita.
Ma strumentiste?
Amsterdam 19 settembre 1975, in casa Dulfer c’è festa per il compleanno della piccola Candy che compie sei anni. Il padre Hans è un musicista, suona il sassofono; per l’occasione regala alla bambina un piccolo sax.
A 14 anni Candy fonda la sua prima band, Funky Stuff, ed inizia a farsi le ossa nei locali di Amsterdam e dintorni.
Nel 1990 esce il suo primo disco “Saxuality”.
Nel frattempo una sera come tante, mentre lei sta suonando con il suo gruppo, nel locale entra Prince, già superstar acclamata in tutto il mondo; la sente suonare ed alla fine della serata, le dice di preparare il suo bagaglio perché la vuole nella sua band…
È l’inizio di una lunga e bella favola che vede Candy Dulfer nominata ai Grammy Awards e partecipare come special guest al concerto dei Pink Floyd del 1990 a Knebworth:
Candy è ovviamente tuttora in attività, ha fatto tesoro di tutte le esperienze passate che hanno contribuito a formare il suo stile decisamente “Funky”, e si esibisce in concerti regolarmente “sold out”.
Per chi non fosse addentro la terminologia musicale, è opportuno precisare che il Funky -letteralmente divertente- diverte soprattutto chi ascolta, essendo una musica molto ritmata al cui ascolto riesce difficile rimanere fermi!
Ecco Candy in una esibizione recente con la sua band:
Portland (Oregon) 1984, nasce la piccola Esperanza nella famiglia Spalding; il papà è afroamericano, la mamma proviene dalla Carolina del sud ed è appassionata di musica, soprattutto jazz e genere latino-americano.
Esperanza cresce anche grazie alle cure della sua balia di nazionalità cubana, dalla quale apprende la cultura e la lingua ispanico-caraibica.
Come se la confusione non fosse sufficiente, la bambina inizia a suonare il piano, il clarinetto, la chitarra, l’oboe, e soprattutto il violino che studia per dieci anni.
Ma quando frequenta la high school scopre il contrabbasso, ed è amore!
Quante donne contrabbassiste avete mai visto sui palchi dei concerti? Ecco appunto.
Cambiamo genere, sicuramente il blues ed il rock sono più “virili”, e avranno respinto con fermezza l’avanzata femminile!
Lei si chiama Orianthi e si cimenta davanti ad un pubblico oceanico in uno dei brani più iconici di Jimi Hendrix “Voodoo Child”, senza timori reverenziali, con autorevolezza, convinzione, e…capacità!
Orianthi Panagaris è nata in Australia, ad Adelaide, nel 1985, ed è cresciuta in Gran Bretagna dove si è appassionata alla musica ed alla chitarra. Quando ha appena 18 anni Santana la invita sul palco durante un concerto, in seguito suona con Prince, Michael Jackson, Eric Clapton, Alice Cooper, Michael Bolton, ecc…
Ma torniamo alle donne bassiste.
Tal Winkenfeld è nata a Sidney (Australia) nel 1986 ed inizia ben presto ad appassionarsi allo studio del basso elettrico; la svolta decisiva avviene allorché la chiama a far parte della propria band Jeff Beck, uno dei mostri sacri della chitarra rock e fusion.
Tal entra nel gruppo e contribuisce alla riuscita di moltissimi concerti con il suo stile semplice, ma non banale, affidabile, sempre perfettamente in linea con la batteria di Vinnie Colaiuta.
Ma Beck conosce bene Tal e sa quali potenzialità espressive possiede, ed allora la invita a suonare un assolo su uno dei suoi brani di maggior successo: Cause We Ended As Lovers.
L’espressione del viso di Tal Winkenfeld alla fine del suo assolo, esemplifica alla perfezione l’emozione della giovane musicista davanti all’anziano maestro.
Ma già sento qualche voce dire con perfida ironia: “ E beh saranno pure brave, ma sono tutte giovani ed attraenti!”
Joanna Connor è nata a Brooklyn nel 1962, ma è cresciuta nel Massachusetts prima di trasferirsi definitivamente a Chicago, dove tuttora vive…e suona.
Il contesto non è propriamente memorabile, ma forse proprio per questo è più vero.
L’elenco sarebbe ancora lunghissimo: da Norah Jones a Carla Bley, a Diana Krall, a Samantha Fish, ad Ana Popovic, a Rhonda Smith, a Sheila E., a Cindy Blackman…e potrei continuare sicuro di averne dimenticate molte.
Sentendole suonare l’aspetto che più mi ha colpito è che nessuna cerca di imitare qualche collega uomo, ma apportano qualcosa di diverso, una sensibilità umana accentuata, spesso una finezza ed eleganza altrimenti assenti.
Sono personalmente felice di questa avanzata pacifica ed inarrestabile.
Daje!!!