Cari studenti
In questi giorni state ricevendo le vostre pagelle. Ci sono scritte parole molto importanti: Italiano, Storia, Matematica, Scienze, Arte, Musica e a fianco dei numeri. Voi vedrete quei numeri ovviamente ma io invece vorrei che guardaste meglio quelle parole.. Perchè il futuro non è scritto in quei numeri ma in quelle parole e in quello che significano oggi per voi e soprattutto in quello che significheranno domani… nel vostro domani. A questo proposito vi vorrei raccontare di un esperimento che ho fatto oggi.. a 56 anni: ho chiuso gli occhi e ho pensato a ciascuna di quelle parole: Italiano, Storia, Musica, Arte… ecc. E mi sono venute in mente tante immagini e ricordi… Paolo e Francesca di Dante, l’infinito di Leopardi, la musica di Bach e di Beethoven e quella di Frank Zappa e poi Imagine di John Lennon, i quadri di Raffaello, il sorriso di Monna Lisa, la resurrezione di Piero della Francesca, e poi personaggi come Cesare, l’Anabasi di Senofonte, gli eroi della Resistenza e del Risorgimento, e poi personaggi come Einstein, Galileo, Marie Curie, insomma tante immagini sicuramente affiorate da ricordi scolastici o di libri letti, ma neanche un nome o una immagine di un insegnante a parte qualche rarissimo caso. Francamente ho ricordi molto incerti di insegnanti delle medie e sicuramente non mi ricordo assolutamente nessuno di quei numeretti che anche io avuto nelle mie pagelle.
Ecco … è questo quello che resta. Poi tra i vari ricordi è emersa una canzone che solo adesso ho capito quanto mi avesse insegnato… una canzoncina di Antonello Venditti (autore che tra le altre cose oggi non sento neanche più). La canzone è “ Compagno di scuola”. Di questa canzone mi è tornato alla mente un verso in particolare che dice:
… e il professore
Che ti legge sempre la stessa storia
Nello stesso modo, sullo stesso libro, con le stesse parole
Da quarant’anni di onesta professione
Ma le domande non hanno mai avuto una risposta chiara
E la Divina Commedia, sempre più commedia
Al punto che ancora oggi io non so
Se Dante era un uomo libero
Un fallito o un servo di partito
Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene
Perché, ditemi chi non si è mai innamorato
Di quella del primo banco
La più carina, la più cretina, cretino tu
Che rideva sempre, proprio quando il tuo amore
Aveva le stesse parole, gli stessi respiri del libro
Che leggevi di nascosto sotto il banco
Fine dell’esperimento… questo è quello che resta … restano le emozioni, resta la vostra voglia di sapere, di crescere, di imparare… non certo quei piccoli numeretti che sia un quattro o un 10.
Un caro saluto e buona fortuna.
PS : una promessa … quando sarete più grandi provate a rifare questo mio esperimento, forse non me lo potrete raccontare ma provate a farlo per voi stessi.