Il black deal di Giorgia

Seppur allergica al 25 aprile la Presidente del Consiglio nella sua personale hall of fame dopo Enrico Mattei, col nome di battaglia  “Este-Monti-Marconi” nelle brigate partigiane fin dal 1943 ora si accanisce su Adriano Olivetti che fu tra i primi ad aderire al Manifesto di Ventotene, diffuso tra gli antifascisti nell’estate del 1941.

Forse Giorgia finge di non ricordare che fu un certo Benito Mussolini, che nel luglio 1937, vietò la presenza di membri del governo alla presentazione del Piano Regolatore della Valle d’Aosta elaborato e diretto da Adriano Olivetti e, che infine oltraggiosamente, non include la fabbrica nel suo itinerario di visita ad Ivrea il 19 maggio 1939.

Nonostante ciò è stata capace durante l’intervento all’assemblea della Confindustria, tenutasi questa settimana, di evocare la figura mitica dell’imprenditore di Ivrea come il precursore della “responsabilità sociale d’impresa”.

Parole magiche o meglio tragiche che pronunciate proprio lì, si sono ben presto trasformate in pipistrelli impazziti  che hanno cominciato a sbattere ripetutamente alle pareti dell’auditorium parco della musica Ennio Morricone.

Quale responsabilità d’impresa o di società si voleva celebrare mentre l’acqua e il fango copriva le genti di Romagna, ancora una volta colpite da quel clima che come ricorda Luca Mercalli  se ne frega degli interessi di Confindustria e dei giochi di palazzo?

Ma l’affondo finale è quello che ci preoccupa maggiormente.

 “Io, per quello che riguarda la transizione green, sono convinta da sempre che debba essere fondata sul principio di neutralità tecnologica. Quante battaglie abbiamo combattuto negli ultimi due anni, anche con Confindustria. Abbiamo bisogno di tutte le tecnologie che ci permettono di trasformare l’economia da lineare a circolare e tutte le tecnologie utili alla transizione devono essere prese in considerazione: le tecnologie già in uso, quelle che stiamo sperimentando, quelle che dobbiamo ancora scoprire, quindi certo le rinnovabili, ma anche il gas, i biocarburanti, l’idrogeno, la cattura dell’anidride carbonica, senza dimenticare il nucleare che il Presidente citava e, segnatamente, la grande prospettiva che arriva dalla possibilità di produrre, in un futuro che non è così lontano, un’energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione. Del resto, siamo la patria di Enrico Fermi, ma se non lo facciamo noi, chi lo deve fare?” (GIORGIA MELONI)

 Ma il popolo sovrano in nome del quale Lei vorrebbe fare la riforma di tutte le riforme ovvero il testo del DDL costituzionale sul premierato e lo stesso che si è già pronunciato nel 1987 rinunciando PER SEMPRE all’energia generata dall’atomo.

Un ultima curiosità per la premier Meloni che il 23 ottobre volerà a New York dove riceverà direttamente dalle mani di Elon Musk il Global il premio Citizen Awards dell’Atlantic Council: anche il signor X farà parte della sua Hall of fame?

 

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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