Monsignor Nicolò Anselmi vescovo di Rimini ha pronunciato parole giuste rivolte a quell’esercito di volontari che in questi giorni terribili si sono «generosamente coinvolti nell’aiutare le popolazioni alluvionate della nostra regione, hanno spalato fango, lavato mobili, distribuito pasti, spostato rottami e detriti. Alla sera erano esausti ma felici; hanno servito, faticato, aiutato, amato chi si trovava in situazioni di grande difficoltà e di lutto.Tutto il mondo ha visto la loro bellezza interiore».
Anche Ursula von der Leyen con il cuore spezzato li ha chiamati “angeli del fango”, peccato che il nostro primo ministro che le sedeva a fianco non ha battuto ciglia. Reduce da una spalata social ben documentata dall’EIAR odierno non ha trovato nemmeno un minuto per incontrare quei giovani che a mani nude raccoglievano quella maledetta pioggia venuta giù da nuvole di petrolio per imbrattare il loro futuro.
Eppure non avremmo trovato strano se proprio in quella regione fosse stato convocato un consiglio dei ministri straordinario, non solo per occuparsi dell’urgente tema della ricostruzione ma anche sul come rilanciare il ruolo del nostro paese in relazione agli obiettivi UE che vincolano la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno un 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 oltre che un obiettivo di consumo di energie rinnovabili di almeno il 27% nel 2030.
Di questo non c’è traccia nel programma di Governo e proprio per questo pensiamo che nemmeno un giro d’elicottero può nasconderlo e neppure farlo dimenticare.
La tragedia di Cutro dobbiamo ricordare sempre che è figlia anche della crisi climatica ed ignoralo ora rappresenta un vero e proprio crimine verso l’umanità.
Quando quegli angeli del fango avranno consentito di restituire ai giovani della Romagna le loro scuole pensiamo che dovremmo far di tutto per aggiungere nei programmi scolastici una nuova materia di studio: la cura dell’Ambiente.
Salvator Gotta nel cento anni fa coniò l’inno fascista composto da Giuseppe Blanc e nella seconda strofa di Giovinezza parlò di primavera di bellezza, proprio quella che non ha voluto vedere Giorgia ma che noi non dimenticheremo mai nonostante i tentativi di volerla cancellare a tutti i costi.