Oggi ci è capitato di incontrare una luce che non vedevamo da tempo. Rinchiusa nella nostra memoria faticava a volare. Sono stati gli occhi di questo giovane a restituirle le ali.
Si chiama Daniele Messa, vi prego ascoltate le sue dolci parole.
L’ultimo libro che Aristotele dedica della Politica mette a fuoco il tema dell’educazione. Se si vuole raggiungere un obiettivo comune di felicità e benessere reso possibile da una buona politica, egli afferma, è necessaria una preparazione comune a tutti i membri della comunità. Per questo mi ha colpito la tua proposta di un rafforzamento “partecipato” della rete bibliotecaria comunale. Come pensi di far diventare il libro e non già un telefonino un vero strumento di condivisione?
Sono fermamente convinto che la cultura non sia e non debba essere un mero orpello di facciata. Credo invece che la cultura non solo costruisca l’individuo e lo realizza, ma sia vero strumento di emancipazione sociale. La lettura è l’attività che fornisce ai giovani gli strumenti per la loro libertà e che infonde in loro il senso di comunità. Per questo insisto non solo sulla valorizzazione delle biblioteche civiche (quando esistono) ma ritengo che si debba garantire un numero di biblioteche e di spazi culturali adeguato alle esigenze del nostro Municipio, dove – non dimentichiamolo – abitano 180 mila persone. Per “spodestare” il telefonino dal giogo a cui, volenti o nolenti, la contemporaneità ci ha sottoposti, reputo necessario uno sforzo da parte delle istituzioni municipali per sponsorizzare le biblioteche, connetterle tra di loro e trasformale in punti di riferimento anche e soprattutto per i giovani, che nel nostro quartiere accusano un’insufficienza di spazi pubblici e gratuiti per lo studio. Ad oggi le biblioteche rimangono piccoli scrigni di sapere chiusi a una cerchia elitaria di cittadini. L’apertura verso l’esterno, il coinvolgimento dei cittadini in iniziative sociali e culturali delle biblioteche credo sia di prioritaria importanza per ritrovare spazi di crescita collettiva, di partecipazione ragionata e di democrazia.
Ripiantumazione degli alberi è una bella idea davvero. Che ne pensi se ogni condominio adottasse le piante di una via e di un isolato?
Abbiamo sotto gli occhi di tutti le condizioni delle nostre strade e dei nostri marciapiedi. La riforestazione dei viali (un tempo) alberati credo che sia necessaria per ricostruire il progetto urbanistico per i quali quegli alberi erano stati piantati durante l’edificazione dei nostri quartieri storici e anche per le moderne esigenze di sostenibilità ambientale e direi pure di godibilità paesaggistica. Ai primi del Novecento si era sviluppata l’idea progettuale della città-giardino che, a studiarla bene, risulta così tanto attuale anche oggi dove dovremmo aver capito l’importanza del verde urbano per la qualità dell’aria, per attutire il frastuono veicolare, per concedere ombra in estate e raffrescare le nostre vie, le piazze e gli edifici. Credo che di questi problemi il Comune abbia l’obbligo (troppo disatteso in questi anni) di occuparsi, ma l’idea di una compartecipazione dei condomini e, perché no, degli esercizi commerciali nella cura del verde sul tratto di via ad essi attiguo possa essere un’ottima formula di gestione: renderebbe i cittadini più consapevoli e responsabili dell’isolato in cui vivono e garantirebbe pulizia e manutenzione ove il Comune, per circostanze particolari, fosse impossibilitato a garantirle.
Mi piacerebbe che mi spiegassi meglio la sistemazione che tu profetizzi di quel cuore pulsante che è il Mercato Trionfale.
Quando il Mercato coperto di Trionfale fu edificato nel 2009 avrebbe dovuto costituire un punto di rinascita per l’intero quartiere, ma ad oggi – eccetto l’attività commerciale del mercato coperto – gli spazi soprastanti rimangono completamente inutilizzati e deserti: fatto ancora più assurdo se si pensa alla necessità per i cittadini di questo quartiere di spazi pubblici per l’attività sportiva dei giovani, per momenti creativi e ri-creativi. Come in molte città d’Europa, si possono realizzare ottimi progetti di riqualificazione e di rigenerazione urbana, coinvolgendo architetti e designer urbani che hanno le qualifiche necessarie per concretizzare le linee guida definite da un’amministrazione attenta alle esigenze specifiche dei cittadini di un quartiere. Penso al modello del playground di Scalo-San Lorenzo dove, attraverso la creazione di campi polifunzionali e la fornitura di tutte le infrastrutture necessarie, è stata data nuova vita ad un intero settore urbano che era lasciato completamente abbandonato. Sopra al mercato vero e proprio di Trionfale esistono spazi inutilizzati e vuoti dove potrebbe trovare una nuova e più degna sede la biblioteca Giordano Bruno a pochi passi, oggi, dal Mercato. Una sede che possa garantire alla biblioteca di svolgere il suo insostituibile ruolo nel quartiere, che oggi fatica a svolgere per la mancanza di spazi adeguati.