di Antonio Damiani
Nella scorsa primavera, in piena prima ondata pandemica, decine di medici ed infermieri cubani sono stati inviati in Italia, in particolare a Crema e in Piemonte, a sostegno delle popolazioni colpite.
Dopo aver educatamente ringraziato, il governo italiano, in questo caso volutamente in minuscolo, non ha trovato di meglio da fare che votare, in più occasioni, anche recentemente, contro le risoluzioni internazionali favorevoli alla sospensione delle sanzioni economiche, volute dagli Usa, perlomeno durante la pandemia.
Per tenerla su un piano squisitamente etico, una posizione di una ipocrisia disarmante. Termine forse inappropriato trattandosi di un paese, l’Italia, che di armi ne produce e ne esporta in gran quantità, soprattutto a paesi che difendono la “democrazia” facendo a pezzi i diritti umani fondamentali.
Sul piano politico non si può non concordare con Alberto Negri che su “il manifesto” di oggi afferma “il nostro servilismo verso Washington ha solide radici e non ha limiti.” E ancora “ non abbiamo una politica estera autonoma, nell’illusione, già ripetutamente naufragata, che gli altri possano proteggere i nostri interessi”.
Rimane la lezione internazionalista della piccola grande isola, impegnata tra l’altro nonostante el bloqueo anche sanitario a produrre vaccini pubblici e gratuiti e la convinzione che se dovesse servire, l’aiuto cubano, nonostante tutto, non mancherà. Perchè, come dicono loro la solidaridad no se puede bloquear.