Le elezioni non devono essere una scelta tra centro-destra e centro-sinistra, ma tra sistema partitico e cittadini”. Ugo Mattei, giurista e accademico di Torino, presenta la lista civica Futura per le prossime elezioni amministrative e non usa mezzi termini.
“No ai partiti, specialmente i fascisti di Lega e FdI”
Opposizione su tutta la linea ai partiti, che hanno “privatizzato la vita politica nel nostro Paese. La nostra è l’unica vera lista civica, intendiamo promuovere una partecipazione più attiva”.
La proposta per farlo è unica nel panorama italiano: introdurre il sistema dei “caucus”, ispirati al modello statunitense applicato in Stati come l’Iowa. Questo meccanismo prevede che gruppi di persone – da alcune decine a poche centinaia – si riuniscano in un luogo pubblico e discutano dei candidati, esprimendo poi la propria preferenza con un voto palese. La lista Futura metterà in pratica questo sistema, nel pomeriggio di domenica 6 giugno, per scegliere i propri componenti. Quattro persone, due uomini e due donne, saranno selezionate per ciascuna delle otto circoscrizioni cittadine.
“Questo permette anche di scegliere candidati in un modo meno legato alle disponibilità economiche e a interessi economici privati. In più, i componenti della nostra lista non dovranno neanche avere esperienze pregresse con altri partiti”.
“Non accetteremo – continua Mattei – persone che abbiano militato in gruppi filofascisti e parafascisti, e includo anche Lega e Fratelli d’Italia in questa definizione. Anche su chi ha fatto parte del Pd dopo il 2011, quando il partito ha abbracciato una visione neoliberista, abbiamo delle riserve. Comunque valuteremo caso per caso, in modo ‘garantista’ e soprattutto trasparente”.
Dare voce ai “tanti centri” di Torino
I caucus torinesi si terranno “negli spazi lasciati liberi dai mercati, che quando il mercato chiude diventano luoghi poco sicuri, e invece vanno reclamati dalla cittadinanza come beni comuni”. In generale, “la partecipazione inizia dando modo di esprimersi anche ai cittadini di aree che sono considerate marginali. Noi rifiutiamo la divisione tra centro e periferia. Torino deve diventare una città policentrica, ci sono almeno una decina di punti che hanno attrattive e punti di forza propri, da Regio Parco a Mirafiori”.
In concreto, questo significa anche che “dal punto di vista amministrativo, prevediamo di snellire le strutture comunali per potenziare quelle delle circoscrizioni. A loro verranno delegate la tutela dell’ambiente e i servizi alla cittadinanza, da gestire con un bilancio partecipato che coinvolga cittadini e associazioni. Perché Torino superi questa fase drammatica, servirà anche che la popolazione smetta di lamentarsi dell’offerta politica, ma si metta in gioco attivamente e personalmente”.