Una pioggia di soldi ma anche una valanga di proteste. Al centro della diatriba il gigante minerario anglo-australiano Rio Tinto che ha impegnato circa 2 miliardi di euro in Serbia per il progetto di estrazione di borato di litio denominato “Jadar”
La miniera e lo stabilimento per la lavorazione di un nuovo minerale chiamato jadarite si è trasformata così in una diatriba ambientale e politica per il Paese. La gente di Loznica è scesa in piazza facendosi sentire anche a Belgrado al grido di “Ecologia o oncologia!, “Vogliamo restare sani.” Questa nuova miniera, dicono i residenti, è una minaccia per le loro acque, la loro terra e il loro futuro. Chi abita nella valle del fiume Jadar perderebbero tutto, a partire dai terreni fertili di questa regione.
Jadarite, il super minerale
Nel 2004, i geologi della compagnia Rio Tinto, dopo aver svolto ricerche nella Serbia occidentale, scoprirono un nuovo minerale, un silicato di litio e boro, chiamato jadarite. Nel 2006, il nuovo minerale fu ufficialmente riconosciuto dall’Associazione mineralogica internazionale. Ha una composizione quasi identica a quella della kryptonite, un minerale immaginario usato da Lex Luthor, il grande nemico di Superman.
La compagnia Rio Tinto fu fondata a Londra nel 1873 e oggi opera in 35 Paesi in tutto il mondo con lo slogan “Produciamo materiali essenziali per il progresso umano”. La multinazinale, però, è stata più volte accusata di provocare danni ambientali e di violare i diritti umani.
Di fatto il sottosuolo della Serbia occidentale ospita tra le più grandi riserve di litio al mondo, un metallo utilizzato per produrre celle elettroniche e batterie. Ma l’impatto ambientale rischia di essere disastroso e i cittadini della zona si sono mobilitati. Il governo di Belgrado minimizza i rischi per la popolazione, sottolinea i benefici economici per la Serbia e ora ha proposto un referendum.