Di Massimo Rossi
“Il chitarrista jazz di fama internazionale Pat Martino (Patrick C. Azzara) non lavora dal novembre 2018 a causa di gravi problemi di salute e la sua capacità di mantenersi a galla è stata fortemente influenzata dalle sue attuali disabilità. Questo leggendario artista di Filadelfia ha esaurito i suoi risparmi e non vede altre opzioni davanti a lui se non quella di chiedere aiuto alla comunità più ampia. Ha bisogno delle tue donazioni e della tua buona volontà per mantenere intatta la sua famiglia e pagare le spese mediche mentre si concentra sulla salute.”
È morto il 1° novembre scorso.
Pat Martino è stato uno dei più grandi chitarristi jazz di sempre.
E lo è stato per due volte!
Già famoso a livello internazionale e con al suo attivo numerosi dischi, durante il tour del 1976 Pat comincia a soffrire di crisi neurologiche: si blocca per alcuni minuti e resta immobile ed estraneo a tutto ciò che lo circonda; succede anche sul palco durante alcuni concerti.
Inizia un calvario fatto di visite di specialisti ed esami clinici, sentenze spietate -“le rimangono poche ore di vita”- e speranze pietose.
Nel 1980 la situazione precipita e Pat ha un grave aneurisma cerebrale; viene operato d’urgenza e gli viene asportato gran parte del lobo temporale sinistro.
Quando si risveglia dall’anestesia,
“Quando non ricordi qualcosa non hai idea della sua esistenza. E risvegliandomi dall’operazione, non ricordavo niente. Ma non era un sentimento straniante. Se avessi saputo che ero un chitarrista, se avessi saputo che le due persone in piedi vicino a me erano i miei genitori, avrei provato i sentimenti che ci si aspetta in casi simili. Sarebbe stato molto doloroso capire che cosa stavano passando, e perché erano lì a guardarmi. Ma non era doloroso perché per me erano solo sconosciuti”.
Tra le altre cose, Pat non aveva alcuna memoria di cosa avesse fatto fino ad allora: vedere la sua chitarra storica, una Gibson L5 S, non gli sollecitava nessuna emozione.
Ma i miracoli a volte succedono: forza di volontà, affetto dei suoi cari e degli amici di sempre, la memoria muscolare, quella che conservano i nostri muscoli utilizzati per anni a compiere gli stessi sforzi, consentono a Pat di ritornare il grande jazzista che era stato.
Nel giro di pochi anni ricomincia a suonare in tour internazionali e ad incidere dischi meravigliosi.
Notazione tecnica: il suo stile mostra dei cambiamenti inaspettati. La riproposizione di frasi o semplici note in modo ossessivo, caratterizzano lo stile del “nuovo” Pat Martino; così il proporre linee melodiche improvvisate che raramente fanno uso della sua indubbia tecnica virtuosistica, rappresentano la sua nuova cifra artistica.
Qui di seguito propongo l’ascolto di un brano famosissimo, Sunny, eseguito insieme a John Scofield e Joe DeFrancesco in occasione di un festival UmbriaJazz del 2002; Pat è quello in giacca e cravatta, minuto e composto come d’abitudine; l’altro chitarrista e John “Prof” Scofield, mentre all’organo Hammond siede Joe DeFrancesco.
Pat Azzara, questo era il suo vero nome, grande jazzista, grandissimo musicista, miracolo della vita, è morto perché la sua malattia non è stata più curata; perché il suo diritto alla salute è stato riconosciuto fintanto che ha fornito utili ad assicurazioni ed ospedali, poi basta.
Ciao Pat, dalle tue parti il Diritto alla Salute non gode di buona salute.