di Massimo Rossi
Siamo ormai abituati da anni a sentir parlare dei vari G7, G8, G20, ecc.
Così come di eventi riservati a pochi come Davos, che negli anni si sono guadagnati una fama di quasi-esoterismo; poi gli Illuminati, il club Bilderberg, e via di seguito.
Ma sono pochi a conoscere l’esistenza del Club dei 27; tranquilli, non vi proporrò l’ennesima cialtroneria cospirazionista!
Il Club dei 27 è semplicemente un elenco, purtroppo lungo, di cantanti e musicisti morti a 27 anni:
Nome Nazionalità Data nascita – Data morte
Robert Johnson Stati Uniti 8 maggio 1911 – 16 agosto 1938
Rudy Lewis Stati Uniti 23 agosto 1936 – 20 maggio 1964
Dickie Pride Regno Unito 21 ottobre 1941 – 26 marzo 1969
Brian Jones Regno Unito 28 febbraio 1942 – 3 luglio 1969[
Alan Wilson Stati Uniti 4 luglio 1943 – 3 settembre 1970
Jimi Hendrix Stati Uniti 27 novembre 1942 – 18 settembre 1970
Janis Joplin Stati Uniti 19 gennaio 1943 – 4 ottobre 1970
Jim Morrison Stati Uniti 8 dicembre 1943 – 3 luglio 1971
Pigpen McKernan Stati Uniti 8 settembre 1945 – 8 marzo 1973
Pete Ham Regno Unito 27 aprile 1947 – 24 aprile 1975
Gary Thain Nuova Zelanda 15 maggio 1948 – 8 dicembre 1975
Dave M. Alexander Stati Uniti 3 giugno 1947 – 10 febbraio 1975
Michael Strunge Danimarca 19 giugno 1958 – 9 marzo 1986
Jean-Michel Basquiat Stati Uniti 22 dicembre 1960 – 12 agosto 1988
Pete de Freitas Regno Unito 2 agosto 1961 – 14 giugno 1989
Kurt Cobain Stati Uniti 20 febbraio 1967 – 5 aprile 1994
Jeremy Michael Ward Stati Uniti 5 maggio 1976 – 25 maggio 2003
Amy Winehouse Regno Unito 14 settembre 1983 – 23 luglio 2011
Kim Jong-Hyun Corea del Sud 8 aprile 1990 – 18 dicembre 2017
Fredo Santana Stati Uniti 4 luglio 1990 – 19 gennaio 2018
L’elenco è in ordine cronologico di dipartita, ma vorrei soffermarmi sul capostipite: Robert Johnson.
Nasce l’8 maggio 1911 ad Hazlehurst nel Mississippi, da una relazione occasionale avuta dalla madre con tale Noah Johnson, poi sparito; il fratello più grande gli insegna a suonare l’armonica a bocca ed i primi rudimenti della chitarra.
Appena diciottenne si sposa con Virginia Travis allora adolescente; l’anno successivo Virginia muore di parto dando alla luce un bambino.
Robert, sconvolto, comincia a girare di città in città, vive di espedienti, è perennemente ubriaco ed ha un’infinità di relazioni amorose fugaci ed effimere.
Qui inizia la leggenda: durante quel periodo Robert conosce un certo Ike Zimmerman, un musicista stravagante, sempre vestito di nero, è solito suonare di notte nei cimiteri, particolarità questa che contribuisce alla sua fama sinistra di essere un emissario del diavolo. Robert stringe un patto con “l’Uomo in Nero”: diventerà un chitarrista e cantante leggendario in cambio della sua anima. Il patto viene siglato di notte presso un crocevia sperduto tra strade rurali.
Quanto ci sia di vero in questa storia non è dato sapere, ma prima di sorridere, andiamo avanti…
Robert Johnson torna ad una vita “normale” profondamente cambiato: la sua tecnica chitarristica, piuttosto goffa agli inizi, è diventata magistrale, padroneggia lo stile “fingerpicking” con una maestria sconosciuta; viene notato da agenti di case discografiche di rilievo e, tra il 1936 ed il 1937 registra 29 brani che lasceranno il segno su generazioni di musicisti.
Eric Clapton dice di lui: «Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana.»
Lo stesso Eric Clapton sul finire degli anni ’60 con la sua band “Cream” ripropone un brano di Robert Johnson, Crossroads, composto proprio per raccontare il luogo del Patto diabolico:
La morte di Robert avviene nel 1938 ed è avvolta nel mistero: un testimone oculare, tale Greil Marcus, racconta che improvvisamente cadde sulle ginocchia e reggendosi sulle mani, cominciò a rantolare abbaiando come un cane…
Una notizia vera, riportata da molti testimoni è che nessun medico volle prestare cure al moribondo.
Esistono tre tombe diverse in diverse località intestate a Robert Johnson, ma nessuno sa quale sia quella vera…
Nel 1986 viene prodotto un film, Mississippi Adventure, che narra di un ragazzo bianco, amante del blues; il ragazzo, dopo aver faticosamente rintracciato Willie Brown, un vecchio armonicista amico di Robert Johnson, lo convince ad accompagnarlo nel luogo del Patto per riscattare la memoria di Robert.
Ecco il trailer del film, che ovviamente raccomando a tutti:
Per i più pigri o impazienti questo è il duello finale tra il ragazzo ed il chitarrista campione diabolico:
Per i curiosi: l’attore che impersona il ragazzo è Ralph Macchio che si sobbarcò due anni di studio della chitarra per apparire credibile; il chitarrista del diavolo è Steve Vai, famoso per il suo virtuosismo.
Buona visione