di Marco Banchieri
Chi mi conosce lo sa e per chi non mi conosce glielo dico io.
Ho principalmente due grandi passioni: l’informatica e la storia. In questo messaggio parlerò della seconda.
Io intendo Storia non come sequenza di date ( che peraltro non ricordo) ma come susseguirsi di eventi con le cause e gli effetti che generano. Può aiutare a capire tanti fenomeni più o meno presenti e futuri.
L’argomento che vorrei trattare oggi, ma cercando di non implicare motivi politici, è quello dell’immigrazione.
E intendo parlarne riferendomi al periodo romano antico.
In quel mondo le guerre, il continuo richiamare i cittadini al servizio militare per attaccare o difendersi in continue guerre dei cittadini e lavoratori, alcune epidemie, come la famosa peste Antonina, eccetera, hanno portato a grosse diminuzione di popolazione i quel mondo. Come risolvevano il problema i nostri padri ? Vi erano tante popolazioni definite barbare al di fuori dei confini dell’impero che premevano per entrare nella ‘civiltà’. Allora i latini, se ne avevano bisogno (e questo avveniva molto spesso) dicevano loro che potevano entrare, ma a condizione di adeguarsi alla legge romana, di andare dove veniva loro detto perché in quella zona vi era mancanza di lavoratori, e che dovevano ovviamente lasciare le armi.
Tutto questo è andato sempre bene, anche se i romani avevano alcune abitudini che non venivano accolte con benevolenza, come ad esempio mandare i figli dei capi tribù a Roma per essere allevati come romani. Vi ricordate di Arminio, che divenne braccio destro di Lucio Varo e che quando tornò per sottomettere i Cerusici si ricordò delle sue origini e attirò le legioni romane nel famoso agguato di Teutoburgo ? Quello è, per quanto ne so, l’unico problema che ebbero i nostri progenitori con l’argomento immigrazione, almeno fino a quando entrarono i Goti, spinti e di Attila, ed il governatore della zona volle approfittare della situazione derubando e truffando quel popolo fino a spingerlo alla rivolta. Ma qui furono i Romani a sbagliare politica e, in un certo senso, se la sono cercata.
Questo è quanto volevo dire. L’immigrazione, se ben gestita, può essere un vantaggio. Naturalmente bisogna fare in modo che coloro che entrano siano controllati, accolti, assegnati ad attività secondo le loro capacità e questo sia nell’interesse degli immigrati che nel nostro.
Le popolazioni del nostro mondo stanno invecchiando e non vi è ricambio con i nascituri, semplicemente perché non nascono. Questo perché attualmente non è facile mettere la mondo dei figli, per problemi di lavoro, di disponibilità economica, di disponibilità di tempo da dedicare ai figli e di altri problemi, come gli asili, il materiale scolastico, eccetera.
Chi pensate che farà i lavori fra qualche anno ? non certo i nostri figli che non mettiamo al mondo. E chi pagherà le nostre pensioni, visto che i lavoratori diminuiscono ed i pensionati aumentano?
Dobbiamo smettere di pensare agli immigrati come un problema e a trattarli con sospetto ed a costringerli o a delinquere o ad accettare lavori massacranti e sottopagati quasi come fossero schiavi. Bisogna considerarli come risorse. Tra di loro vi sono molte persone che potrebbero essere utilizzate in lavori anche socialmente utili e pian pian sostituire quelle persone che lasciano l’attività lavorativa. Ovviamente bisognerebbe dare loro la possibilità di vivere in modo dignitoso. Non centri di raccolta, ma vere e proprie abitazioni che potrebbero costruire loro stessi, in modo da poter portare anche la famiglia e rendere la loro permanenza più confortevole.
Mi sembra che in Germania attuino un po’ questo sistema. Tra gli immigrati che arrivano chiedono che vengano assegnati loro il numero di quelli di cui hanno bisogno e, possibilmente le loro caratteristiche.
Questa dovrebbe essere la politica che dovrebbe attuare l’Unione Europe, invece di criminalizzarli e relegarli a pollai come viene fatto ora.
Bisogna far capire ai governanti delle nazioni europee che la diversità etnica è na risorsa, non un problema. La conoscenza di altri popoli, di altri usi e costumi è un vantaggio e non un peso da sopportare malvolentieri.
Spero di non aver troppo marcato la mano su temi politici, ma ho detto quello che pensavo e che ritenevo giusto.