10 marzo 2016

di Guglielmo Pernaselci

Se dovessimo citare la data 7 ottobre 1492, tutti, perfino qualche ministro della cultura di questo paese, penserebbe a Cristoforo Colombo e alla scoperta delle Indie. Che poi sarebbero state le Americhe. Ma quel famigerato 7 ottobre del 1492, nessuno, a parte i protagonisti dell’impresa, si erano accorti di quello che era accaduto. L’orologio della storia umana aveva fatto un bel “Tac” e da quel momento in poi il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Da quel momento si sarebbero innescati cambiamenti a catena come in una reazione atomica, inarrestabile, irreversibile, che avrebbe finito col cambiare la vita di tutti nei secoli a venire. Le Americhe stavano lì da sempre, eppure, il fatto che la loro esistenza fosse entrata a far parte della conoscenza dell’umanità proprio in quel momento storico, 7 ottobre del 1492, ne ha determinato la portata storica e rivoluzionaria nella vita dell’uomo. 

Altre date potremmo citare come importanti nel destino dell’umanità, ma quella del 7 ottobre 1492 fa sentire il suo Tac ancora oggi, come una eco che si propaga nei secoli a venire.

Ma se ora vi dovessi citare il 10 marzo 2016?

Credo che ben pochi sentirebbero un enorme Tac provenire da quella data. Eppure potremmo essere ancora più precisi : 10 marzo 2016 ore 15.45 , Four Seasons Hotel di Seoul .

Di quell’evento non c’è traccia sui Tg nazionali, un articolo su La Repubblica e su il Post, mentre nel mondo  80 milioni di persone (di 60 milioni di cinesi) seguirono l’evento sulle televisioni nazionali e in diretta streaming.

In quel momento il software AlphaGo creato dal team di Google Deep Mind elaborava la mossa 37 nella partita di Go contro il campione mondiale Lee Sedol.

Quella mossa era la prova che un programma di AI era riuscito, per la prima volta, ad inventare una soluzione in modo assolutamente creativo all’interno delle strategie del gioco del Go, un gioco dalla tradizione millenaria e tra i più complessi e imprevedibili creati dall’uomo. 

Quel Tac della pedina posizionata sulla scacchiera da AlphaGO rappresentava il vero inizio della AI. 

Rispetto ai suoi predecessori che si erano cimentati nel gioco degli scacchi, AlphaGo rappresentava un modello assolutamente nuovo.

Infatti se per gli scacchi si poteva basare la forza del software sulla grande capacità di calcolo al fine di calcolare tutte le possibili varianti per ogni mossa e quindi trovare sempre la soluzione migliore, per il GO questa strategia era inutile. Il gioco infatti ha un numero praticamente infinito di varianti per ogni mossa e quindi la potenza di calcolo è relativamente inefficace. Bisognava trovare un nuovo modello di AI basato sull’intuizione e sulla capacità “umana” di ragionare. Per questo AlphaGo si basa sulla ricostruzione software delle reti neurali e in pratica sulla rielaborazione software della capacità tutta umana di formulare e valutare ipotesi.

Tutta questa storia è raccontata in uno  stupendo film documentario che potete vedere su You Tube

https://www.youtube.com/watch?v=EfSWcJ_8Jqg&t=15s

Vedere questo documento è come vedere Cristoforo Colombo toccare il suolo di San Salvador. 

A proposito di grandi imprese. Anche in questo caso tutto ha inizio dal genio visionario di un uomo: Demis Hassabis. Anche lui come Colombo non trovava finanziatori per dare vita al primo centro di ricerca pura che si occupasse di elaborare la teoria generale dell’AI. Un investimento senza alcuna assicurazione di rientro economico. Hassabis trovò la sua Isabella in Peter Thiel, co-fondatore di Paypal e primo finanziatore esterno di Facebook. Riuscì a convincerlo parlando con lui, per pochi minuti, di scacchi, in un incontro occasionale in California. Grazie a questo incontro le caravelle di Hassabis iniziarono il loro viaggio e solcarono l’oceano dell’intelligenza artificiale fino ad approdare ad una nuova era che oggi si sta spalancando davanti a noi in tutta la sua vasta potenzialità. 

Un’era in cui le macchine avranno la capacità non solo di elaborare un’enorme quantità di dati, ma anche di analizzarli in modo intelligente. Proprio come nel caso del Go. E, alla fine, le macchine guadagneranno la nostra fiducia perché vedremo che molto, molto spesso fanno ipotesi migliori di quelle che avremmo potuto fare noi come esseri umani.

Dice Harris: “Ciò che mi ha sorpreso di più è stato… che AlphaGo ce lo ha mostrato, quelle mosse che gli esseri umani potrebbero aver pensato fossero creative, erano in realtà convenzionali…Sai, per noi è il culmine di un sogno ventennale.”

Dopo AlphaGo il passo successivo è stato eliminare dal software qualsiasi esperienza umana appresa in precedenza e far “giocare” due AlphaGo tra di loro partendo solo dalle regole del gioco scelto. In pratica AlphaGo autoapprende da se stesso. e il risultato è stato sorprendente. Il nuovo AlphaGo apprendeva dai suoi errori e in poche ore diventava esperto e imbattibile in qualsiasi gioco. 

Il suo nome è AlphaZero.

Informazioni su Walter Bottoni

Nato il primo settembre 1954 a Monte San Giovanni Campano, ha lavorato al Monte dei Paschi. Dal 2001 al 2014 è stato amministratore dei Fondi pensione del personale. Successivamente approda nel cda del Fondo Cometa dei metalmeccanici dove resta fino 2016. Attualmente collabora con la Società di Rating di sostenibilità Standard Ethics.
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